martedì 28 giugno 2011

La fine è arrivata lenta. dolorosa. Non c'è più via di fuga. Non c'è più pianto che regga. Non c'è più preghiera che possa recitare, promessa che possa fare.
E' rimasto solamente il nulla. Inesorabile.
E c'è qualcosa che mi consuma, che brucia. L'odio che sta nascendo non morirà mai più. E gli occhi che vedo nello specchio, gonfi e neri saranno quelli che ricorderai di me. Ogni cicatrice, ogni ricordo doloroso è dedicato a una persona sola. Che mi ha dato e tolto così tanto. Come ho potuto scrivermi il tuo nome addosso? Ovunque io guardi ci sei. Anche se guardo me stessa ci sei. E ora sono completamente sola. Mi hai abbandonata, buttata per strada. Le cicatrici sono ricordi di vita, i ricordi non si cancellano, non si può fare altro che andare avanti, non è così? eppure non voglio ricordare. Non voglio ricordare nemmeno i sorrisi, il calore, le carezze, gli orgasmi. Non voglio ricordare niente. Voglio dimenticare, cancellare ogni traccia. Amputarmi le braccia, le mani. Distruggermi le sinapsi. Bruciare ogni cosa. Bruciare me stessa. Bruciare te.
Ora ho bisogno solo di una guardia medica.
Grazie a dio la macchinetta delle sigarette ha deciso di impazzire e di regalarmi sei pacchetti. Forse anche lei mi augura la morte.

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